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La grande gesta

Sono un navigante in mezzo all’oceano in tempesta. Galleggio su una fragile zattera, circondato dal buio e da una densa nebbia. 
Le onde giganti minacciano in continuazione la mia barca. Sembrerebbe, ad ogni affondo, che volessero distruggerla. 

L’acqua gelida bagna la mia veste, le mie ossa, non sento più le mani.
Sono stanco di remare, troppo lontano ormai dalla terra che un tempo chiamavo casa. Ma ad essa non saprei, comunque, più tornare: preferirei affondare in mezzo al mare.

Il buio acceca i miei occhi, sono senza luna, senza sole, senza stelle. Tuttavia, non sono affatto perso. Sotto la veste bagnata porto una bussola con me: è quella mia fiammella interiore che mi dice di non mollare, di perseverare. Le alte onde non sanno spegnere quella fragile fiammella.

In mezzo al nulla non mi arrendo. Mi fido e continuo a navigare. Pur non vedendola, oltre la tormenta, sento sempre più vicina la sponda a cui aspiro ad approdare. È come se, in fondo, fossi certo che all’alba di un giorno inaspettato, quella nebbia fitta si dissiperà lasciando il posto al sole. E allora io potrò finalmente vedere da vicino quelle spiagge tanto sognate. Sbarcando in quelle nuove terre imparerò a chiamarle presto “casa”. 

È come se sapessi già che un giorno sarò diventato quell’esperto navigante che seppe attraversare, vittorioso, il grande oceano in tempesta.

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